
Siamo 4 ragazzi, e siamo indecisi su dove trascorrere un week-end alla fine della sessione estiva dell’università.
L’unica certezza è che ci vogliamo divertire.
Dopo aver curiosato in giro su internet su alcune località per giovani in Europa abbiamo optato per la capitale ceca, Praga.
Non abbiamo mai fatto un viaggio all’estero se non l’ultimo anno di superiore con la classe e soprattutto con i professori. Vogliamo provare questa nuova esperienza anche per provare le nostre conoscenze linguistiche e organizzative.
Partiamo ad agosto, sperando di non trovare caos cittadino, ma di trovare la movida per giovani.
Siamo appena arrivati a Praga, ad attenderci una lunga giornata fatta di visite e divertimento. Mi guardo intorno, mi sento spaesato, ho paura di non riuscire a vivere una vacanza serena non avendo né io, né i ragazzi una buona conoscenza della lingua inglese, e soprattutto ignoriamo del tutto il ceco.
Siamo ancora in aeroporto in attesa di capire come poterci meglio muoverci, vedo dei turisti come noi che sono scesi dal nostro stesso aereo che si stanno facendo il selfi di benvenuto a Praga.
Dico ai mie amici di provare a chiedere a loro per meglio divincolarci in questa grande città. Avute le indicazioni, seppur sommarie, ci incamminiamo verso il bed and breakfast che dovrebbe attenderci.
Arrivati posiamo i bagagli ed andiamo a viverci la città in 48 ore.
Stiamo camminando sul marciapiedi di una delle principali strade della capitale, quando all’improvviso davanti a noi un bambino inizia a piangere.
Il motivo è presto scoperto, è bastato girare lo sguardo verso il punto dove guardava il bimbo, ed anche noi abbiamo avuto un sussulto, per fortuna di emozione. Di fronte a me ed ai miei amici c’è la Casa Danzante, davvero impressionante.
Il palazzo sembra rappresentare una coppia di ballerini, io ed il mio amico Fabrizio decidiamo di farci fare una foto dagli altri due ragazzi mettendoci nella stessa posizione dei “palazzi ballerini” per poterla subito pubblicare su Facebook per far ridere qualche contatto, dopo aver già riso io e la mia comitiva.
Mentre stiamo ridendo e scherzando ed organizzando la serata ci imbattiamo nello “josefov”, il ghetto ebraico. Vedo tante pietre davanti alla mia vista, mi stupisco, ma inizio anche a provare uno strano senso di nervosismo, odio pensare ai momenti bui della storia dell’umanità. Decidiamo di andare a pranzare, e stiamo mangiando le specialità del posto.
Degustiamo della “veprove”, ovvero della carne di maiale accompagnata da degli gnocchetti fatti da pasta lievitata, davvero squisiti, tanto da meritare una foto e da avere come didascalia su Facebook: “Knedliky (gnocchi lievitati), bontà unica… Solo a Praga”.
Sono appena passate le nove e stiamo camminando per raggiungere una delle più grandi discoteche dell’Europa dell’est, e prima di arrivare non potevamo non viverci l’atmosfera calda del “Ponte Vecchio”, dove stiamo camminando senza accorgercene della fatica, in mezzo a migliaia di persone che chiacchierano, si fanno fotografie, fumano e ridono, a Praga sembra non esserci tristezza, Praga è una città felice.
Prima di riprendere l’aereo per tornare in Italia siamo nella Cattedrale di San Vito di stile gotico, bellezza unica, ma ciò che maggiormente attira la mia attenzione è la cripta sotterranea, mistica ed affascinante.
Ultima tappa alla città Vecchia di Praga, prima di salire sulle scale che segnano la fine di un’avventura durata poco, vissuta intensamente, ma senza dubbio da riprovare.