
Oggi ho perso una scommessa con i miei amici: sono, caratterialmente, una persona molto pigra e che non ama molto viaggiare, ma erano sicuri che avrei cambiato idea ed abitudini trascorrendo con loro una giornata fuori casa.
La meta è Sorrento, da sempre città capace di attirare migliaia e migliaia di turisti per le sue bellezze naturali ed artistiche, nonché per le innumerevoli tradizioni culinarie. Partiamo con l’auto da Salerno ed arriviamo in meno di un’ora.
Parcheggiamo e ci ritroviamo a respirare da subito un’aria di grande festa ed entusiasmo popolare: è il 14 febbraio e si celebra Sant’Antonino Abate, patrono di Sorrento. Passeggiando per il bellissimo centro storico, assistiamo ad una scena molto bella: un nonno tiene in braccio il proprio nipotino narrando alcuni aneddoti sulla sua infanzia riferiti proprio ad una festività particolarmente sentita e che coinvolge da sempre decine e decine di generazioni.
Ascoltiamo incuriositi quei racconti, poi proseguiamo la nostra passeggiata dirigendoci proprio verso la Basilica di Sant’Antonino, situata in pieno centro storico: l’edificio si sviluppa su due piani ed è arricchito dalla presenza di numerose opere d’arte, composti in stili ed epoche diverse.
Caratteristica principale è senza dubbio la cripta, nonché alcuni dipinti relativi ai miracoli attribuiti al Santo Patrono. Uscendo dalla basilica, notiamo che il numero dei turisti accresce con il passare dei minuti: il senso di appartenenza del popolo del Sud è davvero un qualcosa di indescrivibile.
Si è fatta ora di pranzo e ci fermiamo in un noto ristorante locale: inevitabile assaggiare i tradizionali “gnocchi alla sorrentina”, sebbene qualcuno preferisca degustare piatti a base di pesce come spaghetti e vongole ed insalata di mare.