
Ricevo una telefonata.
Sono le 8.00 di un venerdì mattina del mese di Maggio.
E’ un mio amico desideroso di andare a pesca di tonno.
Mi chiede di accompagnarlo.
Per me risulta una novità, in quanto non ho mai pescato, ma la curiosità è tale da seguirlo.
Prendiamo la macchina e proseguiamo per circa 20 km da Salerno.
Arriviamo a Cetara.
E’ sempre stato un paese di pescatori; non a caso il suo nome deriverebbe dall’antico termine cataria, che sta per tonnara, o da cetari, venditori di pesci grossi.
E’ un borgo marinaro per eccellenza e dispone di spiagge bellissime.
C’è la Marina, la spiaggia del Porto, ma noi ci posizioniamo sulla spiaggia più bella che sorge alle porte del paese, detta la spiaggia del Lagno, vicina la Torre Vicereale di
avvistamento.
Il sole è caldo e per fortuna ho con me un cappellino ed un buon libro da leggere nell’attesa che abbocchi un pesce. A volte il mio sguardo, però, si perde nell’osservare paesaggi suggestivi e l’infinito del mare che si estende all’orizzonte.
Il mio amico mi racconta che in questa località fanno una Sagra del Tonno non indifferente che si svolge ogni anno nella seconda metà di luglio, durante la quale si possono assaggiare numerose pietanze a base di tonno.
Non vedo l’ora di venire e degustare qualche piatto dai sapori sublimi!
Cetara è anche famosa nel mondo per la caratteristica colatura di alici, discendente del cosiddetto Garum romano, salsa di pesce cremosa ottenuta dalla macerazione di
strati alternati di pesci piccoli e interi.
La colatura è un liquido ambrato ottenuto dalla maturazione delle alici sotto sale.
E pensare che in un paese piccolo come Cetara ci siano i più grandi opifici di lavorazione di tonno ed alici capaci si generare una crescita economica tale da ottenere una ricca produzione per un buon indotto economico e turistico.
Qui ogni casetta è incastonata nella forra di un alto massiccio, formando un paesaggio pittorico con i suoi monumenti religiosi che arricchiscono il centro storico.
Il mio amico mi parla della chiesa di S.Pietro che è la più importante del paese.
La Chiesa di S.Francesco con l’annesso convento che sorge quasi a ridosso del porto, al cui interno c’è un chiostro molto bello.
Poi c’è la chiesa di S.Maria del Popolo che ricorda una struttura medioevale.
L’ultimo tempio è la chiesetta di Costantinopoli, che sorge in cima il paese.
A quanto pare, l’architettura religiosa è molto importante in questo borgo di pescatori, in quanto riflette la propria devozione di un popolo.
Il credo religioso ha da sempre rappresentato una delle motivazioni più forti per mettersi in cammino.
I fedeli, infatti, arrivano, qui a Cetara il 29 giugno per la ricorrenza di San Pietro, patrono e protettore dei pescatori.
Ho potuto assistere, un anno, la processione, ed il momento più suggestivo è la benedizione del mare: la folla si raduna sulla spiaggia, mentre lo specchio d’acqua antistante il porto si popola di centinaia di barche.
Ma l’impatto più forte sono i fuochi pirotecnici che ,all’una di notte, illuminano il cielo ed il mare con superbe coreografie.
Mentre ricordo questa ricorrenza meravigliosa, mi sento tirare da qualcosa.
Per un attimo mi stavo dimenticando che avessi tra le mani una canna da pesca.
Beh, è il mio primo pesce che abbocco e devo dire anche piuttosto grande.
Detto dal mio amico esperto, è uno sgombro.
Sono soddisfatta!
Tornerò a casa e preparerò un piatto tipico della gastronomia locale di Cetara: linguine al profumo e sapore di mare.
Qui i colori, il folklore, i profumi ed i sapori sono vincenti, come testimonianza di cultura e identità, di conoscenza e dei modi di conservazione del patrimonio, unico strumento per l’attuazione di una più corretta tutela.
Accorrete gente!