Alla scoperta del Santuario di Pizzo San Michele (Avellino)

Il santuario di Pizzo San Michele
Il santuario di Pizzo San Michele

Negli ultimi tempi ho riscoperto la passione per il trekking, così dopo aver dato un’occhiata ai vari percorsi di montagna della mia provincia, decido di avventurarmi insieme ai miei amici sui monti Picentini.

Alberi di castagni e faggi
Alberi di castagni e faggi

Sto parlando di Pizzo San Michele (AV).

Ci sono due strade per arrivare in cima, la prima è quella che parte da Calvanico (SA) e la seconda parte invece da Solofra (AV).

Io, non essendo un’esperta in materia, opto di seguire il sentiero più facile, ovvero quello che inizia da Calvanico (CAI 115).

Vi avverto amici: bisogna percorrere un tratto di strada dissestata con la macchina, quindi vi consiglio di non andarci con auto nuove altrimenti rischiate di danneggiarle.

Una volta parcheggiata la macchina, inizia il mio percorso adrenalinico nei boschi, tutto in salita.

Fin dall’inizio entro in sintonia con la natura, estraniandomi completamente dalla realtà.

Forse è proprio questo il bello del trekking. Attraverso un ripido viale colmo di foglie, terriccio e pietre.

Per salire con maggiore agilità vado alla ricerca di un bastone di legno, dato che sono in un bosco di castagneti e faggi, non dev’essere difficile incontrarne uno.

Il santuario - Pizzo San Michele
Il santuario – Pizzo San Michele

Ad un certo punto mi ritrovo davanti ad una statuetta di San Michele con una scritta datata 1616.

La leggenda popolare narra che da quel punto in poi è vietato proseguire portando con sé la carne, perché comincia il percorso della fede.

In seguito, dopo aver superato un paio di curve, vedo la cosiddetta Pietra Santa, una struttura su cui veniva poggiata la statua di San Michele durante la processione.

Arrivo finalmente in vetta dov’è situato il Santuario.

E’ interessante vedere come le nuvole si uniscono con la nebbia, sembra di stare in cielo…

In cima Pizzo San Michele
In cima! Missione completata!

Il santuario è un edificio in pietra con varie porte, mi avvicino e noto che solo una di loro è aperta.

Entro dentro e mi accorgo che sono all’interno del rifugio, infatti c’è un caminetto acceso, un tavolo in legno, qualche panchina ed un altare.

Essendo davvero stanca, mi riscaldo vicino al fuoco e recupero le forze per tornare giù in valle.

La discesa è abbastanza ripida, per fortuna ho le scarpe adatte al trekking e il mio bastone che mi aiutano nell’impresa.

E’ stata un’esperienza sensazionale e carica di adrenalina.

Non dimenticherò mai quel silenzio che domina la vetta della montagna e quella simbiosi avvenuta con la natura.

Da rifare al più presto!!

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