
L’Abbazia di San Guglielmo al Goleto si trova a Sant’Angelo dei Lombardi, un paesino della provincia di Avellino.
Approfitto della domenica soleggiata per fare una gita fuori porta, così parto da Salerno con la macchina insieme ai miei amici e arriviamo dopo un’ora circa.
Parcheggio di fronte l’abbazia, e leggo subito su un pannello di legno la storia affascinante di questo splendido complesso religioso diviso per parti:
L’atrio inferiore, la Cappella di San Luca, la Chiesa del Vaccaro, il Chiostro, i Casali e la Torre Febronia.

Pensate che è stato fondato nel lontano 1133 da Gugliermo da Vercelli, il quale aveva pensato inizialmente di ospitare un gruppo di monaci che dovevano occuparsi del servizio liturgico.
Dopo la morte del fondatore, le monache che vi risiedevano divennero famose per la loro santità e il monastero si riempì di opere d’arte come la Torre Febronia (celebre abbadessa).
Tale torre è stata costruita per difendere il monastero, i suoi blocchi presentano dei bassorilievi appartenenti all’epoca romana.

Pur essendo un monastero così antico, sono rimasti comunque diversi affreschi raffiguranti le abbadesse Scolastica e Marina e qualche episodio della vita di San Guglielmo.
Nella Cappella funeraria, conosciuta anche come Chiesa Inferiore, si conserva l’unico sarcofago in pietra rossa superstite da furti e atti vandalici.
Possiamo sicuramente affermare che è l’unico esempio di “abbazia doppia” , in quanto per diversi secoli, vi sono state due comunità religiose.
La prima era rappresentata dai Monaci Verginiani della famiglia benedettina e la seconda invece rappresentata dalle suore di Clausura di San Benedetto.
Nel 1807 però Napoleone Bonaparte ordinò la soppressione degli ordini monastici, quindi anche l’Abbazia del Goleto fu soppressa.
Molte opere d’arte vennero messe all’asta ed altre vennero acquisiti dalle parrocchie.

Un altro evento negativo fu il terremoto avvenuto nel 1980, il quale distrusse gli archi e le volte della Chiesa Grande.
Al giorno d’oggi però resta sempre uno scrigno colmo di arte e cultura, un’ambiente sereno dov’è possibile ascoltare le preghiere dei monaci e allontanandoci dello stress quotidiano che ci circonda.
Sono stata fortunata a non aver trovato molte persone, così ho avuto la possibilità di catapultarmi nella pacatezza e nella suggestione del luogo.
Ad ora di pranzo inizio ad avere fame, cerco su Google qualche ristorante aperto nella zona e decidiamo di andare nel centro storico del paese dove troviamo un’ottima locanda.
Qui ordiniamo pasta d’asporto con tartufo e funghi.
La porzione è abbondante, ma soprattutto buonissima! Una delle più buone di sempre!
E con la pancia piena decidiamo di rimetterci in viaggio e tornare a casa.
Si conclude così una bellissima giornata!